Negli ultimi anni e negli ultimi mesi molto si sta parlando degli infermieri. Se ne parla perché ce ne sono pochi, se ne parla perché sono sottopagati, se ne parla perché sono violentati, al pari di altre professioni sanitarie, se ne parla perchè è topic come argomento.
Ma di tutto questo parlare, abbiamo raggiunto risultati all’altezza della professione che rappresentiamo?
Con occhi “depressi” osservo la marea di post, reel e quanto altro fa social in questo periodo; evidenzio una presenza notevole, ai limiti della sovraesposizione mediatica. Al contempo noto un’autoalimentazione, una ridondanza di commenti, scritti però solo da altri infermieri. Non mi sembra che altre professioni si occupino così tanto di loro stessi. Hanno interessi professionali e commerciali verso i loro utenti/clienti ed a loro si rivolgono! Questa è la differenza. Noi ci rivolgiamo a noi stessi e non ai nostri utenti.
D’accordo: è essenziale rivendicare i propri diritti, manifestare il proprio malessere professionale (in grado oramai di pervadere anche la sfera personale e sociale).
Ad oggi però che risultati abbiamo ottenuto? Cosa è cambiato rispetto a qualche anno fa?
Dal di fuori, questa è la mia percezione, sono molti i cittadini ignari del ruolo e delle competenze che è in grado di esprimere un infermiere.
E ve lo dimostro: alcune sere fa, durante una manifestazione, un uomo mi ha detto: “non ho ancora capito che fa l’infermiere”!
Tale affermazione la dice lunga sull’immagine che riflettiamo all’esterno.
Di certo non mi “sacrificherò” nel dare una risposta all’uomo di cui sopra; non credo ce ne sia bisogno. Ritengo, tuttavia, doveroso domandarsi come mai, nel 2024, dopo il COVID, dopo le innumerevoli prime pagine dei giornali, le presenze nei programmi televisivi e così via, ancora non si riesca a comprendere l’indispensabilità dei professionisti sanitari infermieri, le competenze che possono mettere in campo, in contesti per acuti, residenziali e soprattutto in ambito territoriale.
Il mio punto di vista, sommario, l’ho espresso alcune righe fa: noi ci rivolgiamo a noi stessi e non ai nostri utenti! Ritengo ora doveroso ricordarmi e ricordarvi che all’interno del profilo professionale dell’infermiere, e non da meno nei piani didattici della Laurea in Infermieristica, si sottolinea l’importanza dell’educazione sanitaria, dell’assistenza infermieristica di natura (tra le altre) educativa. Risvegliamo allora questi aspetti, conteniamo le nostre rivendicazioni e battaglie, in luoghi ed ambienti idonei, torniamo ad occuparci del nostro “core-business”. Magari al prossimo incontro (qualora ci sarà), l’uomo di cui sopra (sì sempre lui) mi dirà: adesso ho compreso il “lavoro” dell’infermiere e ringrazio te e tutti i tuoi colleghi per le innumerevoli attività, abilità, conoscenze e competenze che possedete, in grado davvero di contribuire al benessere e al ripristino di uno stato di salute accettabile.
_in_2020.01.jpeg "Il Ministero della Salute si riorganizza: cambia il look")
