Il conflitto è inevitabile nelle organizzazioni sanitarie (Yufenyuy, 2018). Fa parte della vita infermieristica quotidiana, sociale, organizzativa e professionale
(Meyer et al., 2011; Tillet & French 2012).
Esso si verifica quando due o più parti sono consapevoli di bisogni o valori diversi, che possono essere percepiti come incompatibili
(Booyens 2011).
Le fonti di conflitto all'interno di una struttura sanitaria includono cause individuali e di gruppo, cause organizzative, diversità sul posto di lavoro e conflitti intergenerazionali (Meyer et al. 2011).
Queste brevi premesse cristallizzano un fenomeno "cronico", ancora oggi presente nel mondo del lavoro. Sinteticamente i conflitti sono situazioni nelle quali due o più persone entrano in opposizione o disaccordo e sono causati dalla incapacità di trovare una soluzione intrinseca alla lite. Si tratta di un processo che inizia quando una delle parti in causa percepisce che l'altra parte ha deluso, o sta per deludere alcune delle sue aspettative.
Dal punto di vista "soggettivo", essi rappresentano minacce per la salute fisica, mentale ed emotiva ed incidono negativamente sulla prestazione lavorativa, causando anche una scarsa percezione del lavoro di squadra.
Dal punto di vista "ambientale", una scarsa comunicazione alimenta il conflitto, fino a compromettere l'assistenza ai pazienti.
Un aspetto considerato marginalmente riguarda la "personalizzazione del conflitto". La possiamo descrivere come una sensazione di essere personalmente coinvolti in un evento punitivo (Hample e Dallinger, 1995). Si tratta di una reazione negativa, sia affettiva che cognitiva, al sé minacciato e/o in pericolo a seguito di una interazione sociale sulle incompatibilità percepite. Al fine di evitare di farsi travolgere anche dal punto di vista emotivo, la soluzione migliore è rappresentata dal separare le persone dal problema (Fisher e Ury, 1999), rimanere nel presente, non è personale! (Runde e Flanagan, 2010). Questo tipo di approccio riesce a restituire lucidità al professionista, così da riuscire a distinguere il problema dal soggetto all'altro capo del conflitto.
Certamente i conflitti non sono solamente a 2. Riguardano a volte interi team di lavoro, settori lavorativi o intere aziende. Dal punto di vista infermieristico i principali studi consultati sono riusciti a isolare le principali cause:
comunicazione scarsa;
stress lavoro-correlato;
gerarchia poco chiara;
mancanza di regole e norme;
leader-leadership mancante;
no democrazia.
Tutto ciò, inevitabilmente, porta a deterioramento del clima lavorativo (aumento dello stress, demotivazione del personale), bassa produttività (disfunzione dei team, calo delle prestazioni aziendali) e alto turnover (aumento delle dimissioni, perdita di talenti chiave).
Ora che abbiamo scoperto le principali conseguenze dell'essere invasi dai conflitti, scopriamo come gli operatori sanitari vivono e reagiscono al conflitto.
Integrazione: si cerca di integrare il conflitto, attraverso la leadership, la comunicazione e l'integrazione. Viene utilizzata da infermieri che hanno da 1 a 5 anni di esperienza lavorativa;
Compromesso: attraverso la negoziazione e la leadership si gestisce il compromesso;
Il dominio: nasce una relazione win-lose. Io dominatore vinco, tu dominato perdi. Usato da infermieri che hanno tra 6 e 10 anni di esperienza lavorativa;
L'obbedienza: strategia lose-win. Io dominato perdo, tu dominatore vinci;
L'evitamento: si evita il conflitto attraverso la massima "buon viso a cattivo gioco". Usato da infermieri che hanno oltre 15 anni di esperienza lavorativa.
E voi da che parte state?