Stornelli Muzio


facebook
instagram
linkedin

Tel.   3479477797


facebook
instagram
linkedin

La violenza verso gli operatori responsabile del burnout!

2024-07-23 18:04

Muzio Stornelli

Management, Risk Management,

violenza

Ci sono 2 fenomeni! E potremmo affermare che l’uno “a volte” è causa dell’altro.Entrambi hanno una accezione negativa per i professionisti sanitari.En

Ci sono 2 fenomeni! E potremmo affermare che l’uno “a volte” è causa dell’altro.

Entrambi hanno una accezione negativa per i professionisti sanitari.

Entrambi sono in grado di piegare le professioni d’aiuto.

Entrambi entrano prepotentemente nelle sale di degenza, nelle corsie ospedaliere e mettono a dura prova coloro i quali si occupano degli altri.

Di quali fenomeni stiamo parlando secondo voi?

E quale dei 2 incide sull’altro?

Scopriamolo insieme.
 

La soddisfazione lavorativa del professionista sanitario è:

•       Cruciale per la qualità delle cure;

•       È garanzia di sicurezza e produttività;

•       Si fidelizzano i pazienti e si riducono gli errori;

•       Essa correla negativamente con l’assenteismo, il turnover e la sindrome da burnout.
(Shanafelt et al., 2015-2016).


I dirigenti del settore sanitario stanno sempre più prendendo consapevolezza del fatto che lo stress lavorativo sta compromettendo il benessere dei clinici e quanto dichiarato in precedenza. Tale affermazione, presente all’interno dello studio realizzato dal National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine; National Academy of Medicine; Committee on Systems Approaches to Improve Patient Care by Supporting Clinician Well-Being nel 2019, impone domande e riflessioni, proprio come abbiamo fatto poco fa e proprio come faremo d’ora in poi. Inoltre, è bene sottolineare che spesso il burnout, l’insoddisfazione lavorativa e il desiderio di cambiare posto di lavoro, rappresentano le conseguenze di una carenza nei livelli di staffing e di un ambiente lavorativo negativo (Aiken et al., 2008; Aiken et al., 2017; Lasater et al., 2020)

 

Non solo.

Rafeea et al., 2017 – Sachdeva et al., 2019 hanno collegato la violenza subìta sul posto di lavoro alla mancata soddisfazione del lavoro stesso: il 26% del personale ha considerato di lasciare il posto. La stessa violenza è in grado di peggiorare la relazione operatore sanitario-paziente, incide sulla qualità dei servizi di assistenza ai pazienti, aumenta lo stress psicologico e peggiora la qualità del sonno. Conclusioni simili le hanno dimostrate Isaksson et al., 2008: “la violenza è associata a minore soddisfazione e produttività sul lavoro, bassa qualità della vita, aumento dello stress, burnout e disturbi del sonno”.

Ancora una volta la violenza è capace di incidere sulla salute anche a lungo termine del professionista sanitario nell’ambito del burnout.

 

Finisce qui? Non proprio.

La violenza innesca disinteresse per il lavoro, bassa produttività, abuso di droghe, alcool, SINDROME DA BURNOUT, depressione, ansia, ideazione suicidaria e sensazione di insoddisfazione della vita con conseguente ridotta qualità complessiva della vita stessa (Magnavita N., Heponiemi T., 2012 BMC Mento C., Silvestri MC., Bruno A., Muscatello MRA, 2020).

 

In Italia quali sono i dati al riguardo?

Il rapporto INAIL 2023 restituisce i seguenti dati sulla violenza: 1600 episodi l’anno, 4 su 10 nella fascia 35-49 anni, il 37% è concentrato nel settore assistenza sanitaria, che include ospedali, case di cura, istituti, cliniche e policlinici universitari. Il 71% ha riguardato le donne.

 

A quanto pare il fenomeno della violenza (nelle sue più disparate e purtroppo frequenti manifestazioni) scade anche nella modificazione del comportamento psicologico e professionale del professionista. E l’innesco continua la sua corsa verso uno svuotamento della professione: il burnout, l’insoddisfazione lavorativa e l’intenzione di cambiare sede di lavoro, o addirittura lasciare la professione, tra il personale sanitario sono, nel corso del tempo, progressivamente aumentati andando a intaccare il benessere professionale, minacciando quindi la qualità dell’assistenza (Sasso et al., 2017; Aiken et al., 2008; Aiken et al., 2017; Lasater et al., 2020).

Sembra sempre più evidente la correlazione tra i 2 fenomeni finora descritti. E diviene indispensabile sancire un concetto ulteriore, campanello d’allarme delle professioni d’aiuto: secondo gli studi condotti finora, il burnout non si manifesta nel breve periodo, ma aumenta gradualmente creando così disturbi a lungo termine, come sentimenti di disperazione, angoscia, incapacità di soddisfare le esigenze lavorative con un impatto su tutti gli ambiti della vita umana. (Effort-reward imbalance and burnout among nurses. Bakker AB, Killmer CH, Siegriest J, Schaufeli WB.  J Adv Nurs. 2000; 31:884-91).

 

Non perdiamoci d’animo: una buona notizia c’è; non sarà proattiva, non bloccherà i fenomeni, non sensibilizzerà l’opinione pubblica, ma contribuirà a tutelare le vittime della violenza e del burnout. Nel 2019 l’OMS ha incluso il burnout nella undicesima versione dell’International Classification of Diseases. Il tutto si traduce nella possibilità di far rientrare tutte le manifestazioni tipiche del burnout nell’ambito del disturbo:

·      Dell’adattamento;

·      post-traumatico da stress;

·      più in generale nell’area delle patologie da fattori psico-sociali associate a stress (stress lavoro-correlato).

In tale contesto si può creare il nesso di causalità, ovvero la condizione necessaria affinché si parli di tecnopatie; e la classificazione specifica si trova all’interno del gruppo 7 delle malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzioni dell’organizzazione del lavoro (Sitografia: https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=75874).

 

Possiamo quindi rimanere inermi a tali fenomeni? No!

Salvaguardiamo noi stessi, le nostre famiglie e i nostri utenti.

Condividere il senso di frustrazione, i sentimenti negativi con i nostri cari, all’interno di un gruppo di ascolto è risultato essere un ottimo deterrente. Fare attività fisica, riprendere un hobby che si era lasciato, tornare ad una vita sociale vera, sono solo alcuni dei consigli da seguire, al fine di preservare quel bene prezioso, unico, irrinunciabile e irripetibile quale è la vita.

Abbiamo scelto le nostre professioni; abbiamo scelto una professione d’aiuto per gli altri. Ora scegliamola per noi.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI CONTATTAMI:

info@muziostornelli.it

Create Website with flazio.com | Free and Easy Website Builder